Proprio la resilienza sembra sia diventata la virtù, o meglio la necessità, al tempo in cui viviamo. La domanda da cui partiamo è: resilienti si nasce o si diventa?

Oggi, sulla lunga scia della pandemia, immersi in un clima di guerre e in quella, non meno preoccupante, di una crisi climatica senza precedenti sembra indispensabile un esercizio ed un allenamento continuo con noi stessi per rimanere positivi e non perdere l’equilibrio nell’impatto con le avversità, soprattutto quelle più imprevedibili.

Ci ritroviamo spesso intenti a cercare possibili soluzioni e a mettere in campo nuova energia e quando sembra tutto impossibile scopriamo invece di essere resilienti e pertanto di non spezzarci agli urti della vita.

Qualcuno diceva e secondo noi ragionevolmente:

La vita non è facile ma neanche è impossibile. 

Di fronte ai piccoli grandi ostacoli, vicini e lontani, siamo chiamati a reagire e a non perdere la speranza. In altre parole a cercare il sole oltre le nuvole. Anche in questi giorni di emergenza climatica a Bologna e in Emilia-Romagna dove a seguito dell’alluvione molte persone hanno perso anche la casa o hanno visto andare sott’acqua le attività commerciali.

Torna il quesito: resilienti si nasce o si diventa? Se la resilienza è la capacità di non spezzarsi ma di reagire alle avversità, di trovare la necessaria forza per rialzarsi, è interessante capire come si arriva ad avere questa tenacia nel corpo e nello spirito. Facile a dirsi, meno a farsi. La buona notizia però è che ci si può lavorare.

LA RESILIENZA VIVE IN TUTTI I CAMPI

La Resilienza ha tante applicazioni nelle Scienze e in campi diversi tra loro. Questo termine, in particolare dopo la pandemia da Covid-19, è emerso in tanti articoli e altrettanti convegni facendoci riflettere sulla possibilità di trasformare una situazione di crisi o di stallo in un’opportunità da cui ripartire.

Sarebbe importante oltre che utile se tutti gli esseri umani sapessero di avere dentro di se tale risorsa, in grado di elaborare e superare i traumi peggiori sperimentando una nuova prospettiva. Eppure si diventa consapevoli di essere forti quando, subito dopo un grave trauma, attingiamo alla nostra interiorità trovando risorse che non sapevamo di avere.

Ecco che entra in campo nuovamente lei, la resilienza, una parola forse abusata che avrete sentito dire spesso e che nella nostra digital serie “AD MAIORA”, giunta nel 2024 alla quarta stagione, si nutre di esempi concreti e positivi, di storie di uomini e donne che si mettono a disposizione di altre persone, a beneficio della collettività.

PERSONE RESILIENTI. PERSONE CHE AIUTANO ALTRE PERSONE

Lungo il viaggio di AD MAIORA – Storie di resilienza e in particolare nella quarta stagione ci siamo ritrovati davanti a tanti storie di vita nelle quali il coraggio, il proprio, ha avuto un ruolo determinante nel superamento di traumi anche molto gravi. A loro volta diventano uno strumento di aiuto fondamentale le reti sociali generatrici di solidarietà, mettendo insieme le persone e sottolineando il valore di essere parte di una Comunità. Come raccontano molti dei nostri episodi cinematografici, la resilienza alimenta energia positiva e unisce le persone, costruendo connessioni sociali che fanno del bene sia a chi ne è il promotore sia per per chi è il destinatario.

VOLONTARI RESILIENTI E FELICI: ECCO IL BOLOGNA FOR COMMUNITY

Ritroviamo a pieno titolo questo spirito nel progetto sociale del “Bologna for Community promosso da PMG Italia e “Io Sto Con Onlus” di cui è ideatrice Silvana Fusari, una stimata professionista che da sempre investe nel bene delle relazioni sociali.

Abbiamo voluto raccontare questa esperienza per testimoniare la felicità di tanti tifosi e tifose con disabilità che grazie ad un gruppo di instancabili volontari possono godere direttamente allo Stadio Dall’Ara delle partite di calcio della squadra del cuore.

RIVEDI L’EPISODIO “UN ATTIMO DI NOI” – Bologna For Community 

Potremmo fare altri esempi di come la resilienza, la condivisione e la spinta positiva di alcune persone possono migliorare la vita di altre, supportandole in un momento difficile o semplicemente permettendogli di fare amicizie ed importanti esperienze sul piano della socialità.

Vogliamo e dobbiamo pensare che la resilienza sia qualcosa che si possa sviluppare con il tempo, mattone dopo mattone, lavorando sulle nostre fragilità. Tutti se ci crediamo veramente possiamo diventare resilienti, a prescindere dal codice genetico del nostro DNA.

È un atteggiamento ed insieme un approccio da non perdere di vista in un mondo che va in fretta dove il tempo da dedicare agli altri è una risorsa sempre più rara e dove l’apparire spesso conta più dell’essere.

Dimenticandoci di alcune caratteristiche che ci rendono veramente umani: il rispetto e la vicinanza gli uni gli altri. Rispetto per l’Altro, rispetto per la Terra che ci ospita e che si sta palesemente ribellando alla nostra volontà di sopraffarla, Rispetto per la Comunità di cui siamo parte e di cui non potremo fare a meno.

 

Articolo a cura di Federico Feliziani